A CECCOBAO NON PIACE IL POLLO

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venerdì 21 settembre 2007 – Polemica tra il sindaco e una contrada


CHIUSI SCALO – Non c’è sfida o Palio che si rispetti che non abbia il suo “strascico” di polemiche e sfottò. Ovunque è così. Fa parte del gioco e dello spirito stesso della contesa. Ovunque. Ma non a Chiusi. A Chiusi anche  le “contese” storiche o presunte tali, finiscono per creare problemi, tensioni. L’Amministrazione non tollera goliardate.

I  contradaioli del Granocchiaio inseguiti, identificati, denunciati per aver imbrattato qualche strada e qualche cassonetto tre anni fa,  si son visti recapitare “un bel verbalino” per aver lasciato nella notte tra il 16 e il 17 settembre una gabbia con dentro una trentina di polli nell’aiola spartitraffico di Piazza Dante. Intorno alla gabbia le gigantografie delle squadre delle altre 4 contrade, sconfitte il 2 settembre nella sfida della palla al bracciale. Polli veri per dare dei “polli” agli avversari. Il tutto accompagnato da un gigantesco striscione posto sulla facciata della stazione con la foto dei vincitori e il n.14, a sottolineare le 14 conche vinte dai biancoverdi.  Niente di più innocente. La gabbia con i polli aveva  le ruote e una protezione per evitare di sporcare l’aiola. Le guardie comunali lì per lì hanno lasciato fare. Poi – forse sollecitate dalle alte sfere – hanno recapitato il “verbalino” con tanto di contravvenzione per occupazione indebita di suolo pubblico: 300  euro, dicono alla contrada. Non è la prima volta , dicevamo: già tre anni fa la stessa contrada del Granocchiaio fu  “perseguita” per  alcune scritte a vernice sulle strade (in quel caso il “danneggiamento di patrimonio pubblico” si poteva configurare, anche se è noto che la vernice , dopo un mesetto,  svanisce, ma stavolta?) e, sempre qualche anno fa, ai terzieri di Chiusi città fu negata l’autorizzazione per una cena in via Porsenna già organizzata…

Insomma, è chiaro che a Chiusi c’è un clima particolare. A  Città della Pieve, a Sarteano, a Montepulciano, non si è mai visto il sindaco prendere di petto contrade e terzieri su cose del genere. Eppure anche lì le “scorribande contradaiole” non mancano. Anzi, sono spesso più “pesanti” di quelle chiusine.

Di amministrazioni comunali e di sindaci arroganti è pieno il mondo,  ma è raro vedere un’amministrazione comunale, un sindaco, che si comportano in maniera così  rigida  e “fiscale” con la festa (o le feste) cittadine. Viene da chiedersi: ma gli Scaramelli,  i Marchetti, i Micheletti (Andrea) che fanno parte della giunta o del gruppo di maggioranza e che delle contrade sono o sono stati animatori, come la pensano su episodi del genere? E chissà –  altra domanda – se un anno fa, quando c’erano già nell’aria le elezioni comunali, Ceccobao si sarebbe comportato nella stessa maniera. Noi, pensiamo di no. Adesso non c’è più problema. Il consenso lui lo ha avuto (tra quelli che non hanno votato e l’opposizione, il 47 % degli elettori, però, gli ha detto di no), la prossima volta non potrà essere ricandidato, quindi  l’assillo di non perdere voti non lo ha più. E allora che fa? Esercita il potere,  fa capire chi comanda. Fa lo sceriffo.

Che tenti di farlo con noi, con la stampa “non asservita” (si veda  il tentativo di farci passare da “bugiardi” sulla vicenda della crisi idrica di luglio. A proposito perchè dopo la nostra replica, nessuno “rettifica”?)  si può, al  limite compren-dere. Non è comprensibile invece l’accanimento nei confronti di soggetti come le contrade o i terzieri. Un sindaco che si  mette contro  gli organizzatori delle feste paesane è una contraddizione in terminis. Un equivoco, come Mastella al Ministero della Giustizia, per dirla con Grillo. Come si può leggere nel comunicato dei contradaioli biancoverdi, non siamo solo noi a lamentarci e a porre il problema. Era ora.  (m.l.)