Massimo Marchettini racconta l’ennesimo successo

La Settimana – sabato 13 settembre 2008

Per commentare l’edizione del 2008 del torneo di Palla al Bracciale dei Ruzzi della Conca di Chiusi, intervistiamo uno dei personaggi storici di questo ‘sport’, il plurivittorioso Capitano (dove Capitano in questo caso sta per allenatore) della ‘odiata’ Contrada del Granocchiaio Massimo Marchettini.

Allora Massimo, ma non ti sei stancato di vincere? Se la memoria non mi inganna, ne hai vinte ben sette da giocatore ed addirittura otto da capitano non giocatore, oltre ad altre quattro finali perse nei due ruoli, insomma ben 19 volte ci è toccata la ‘sventura’ di vederti almeno in finale…numeri da record, difficilmente eguagliabili.

“La gioia provata domenica sera, non appena conseguito l’ultimo punto della finale che poi è  la stessa che ho sentito dentro di me prima di addormentarmi (non ci crederai ma domenica sera, anche a causa di un incontro a squadre di tennis al mattino alle 9, e della stanchezza accumulata nel corso della giornata, mi sono addormentato così presto da non aver, purtroppo partecipato ai festeggiamenti dei miei amici) e il pensare ai volti festanti dei miei contrada ioli, è una ‘droga’ fortissima, che mi spinge a fare sacrifici, a ‘soffrire’ in campo, ad arrabbiarmi se le cose non vanno come vorrei. E poi le emozioni dello sport sono uniche, fanno brillare gli occhi e piangere di gioia, rendono i legami fortissimi, si ‘combatte’ con se stessi per poi combattere per un’unica bandiera. Mi piace tantissimo vivere lo sport in prima persona, da protagonista, mettendoci tanto di me stesso. E non viverlo seduto in poltrona a guardare gli altri per poi magari dare giudizi astrusi ed inappropriati, tipici di chi non fa e non vive lo sport.”

Quest’anno in molti vi davano perdenti, soprattutto dopo l’esito della prima domenica.

“Lo capisco, la prima domenica infatti a fronte di un ottima prestazione della Fornace, se ne era verificata una palesemente sotto tono dei miei ragazzi. Basti pensare che dei sedici punti avversari della finale, almeno 12 sono ascrivibili a nostri errori gratuiti e difficilmente giustificabili per giocatori del calibro ed esperienza come quelli dei miei ragazzi. In settimana, per motivarli,  ho detto loro che si dimostra di esser uomini non cadendo mai ma sapendosi prontamente, se pur faticosamente, rialzare. In settimana poi si sono allenati bene, con una determinazione feroce ed il riscatto durante le tre partite della seconda domenica è avvenuto in pieno.”

A chi dedichi questa vittoria?

“A mia figlia Jacqueline, alla quale ho sottratto tempo dopo che purtroppo già gliene sottraggo molto oltre che per il mio lavoro, anche per gli altri due grandi amori della mia vita, il volley ed il tennis. Al nostro ‘grande’ Presidente Stefano Rende (una vera ‘forza’ della natura, un concentrato di intelligenza, entusiasmo, determinazione e simpatia), a Marco Gobbini (impersoni fica la palla al bracciale per determinazione che riesco con i miei metodi  talvolta poco ortodossi, a far sfociare nella ‘ferocia agonistica’) a Davide Forzoni (il talento e l’esperienza, il leader dei tre) ed Alessandro Bittoni (la forza, un vero atleta, bravissimo a riscattare alla grande una prestazione sotto tono nella prima domenica). A Francesco Politini, grazie al quale è nato lo spirito del Granocchiaio nel lontano 1982, ad Andrea (Benicchi), che farei giocare sempre e comunque e non solo per la grande amicizia che ci lega, e a tutti gli altri. Al nostro mandarino Luca (prezioso), a Paolo Ranieri ed a tutti gli altri giovani e meno giovani amici della nostra squadra. E qui penso a tutti quelli che lavorano per la contrada indefessamente da molti anni ed a tutti i giovani ed entusiasti contrada ioli che ci sostengono con la loro passione. Se me la permetti, vorrei  “dedicare” questa vittoria, molto polemicamente, e sottolineo molto, ai dirigenti della mia ex squadra di volley (la Vitt), ricordando loro che con me ragazzi come Marco ed Alessandro sono anni che nella Palla al Bracciale e nei miei due anni appena trascorsi da allenatore della Vitt Chiusi Volley, danno il massimo in campo, giocano se pur infortunati, fanno grandi sacrifici, solo per passione e non già per gli elevati compensi che saranno corrisposti loro ed anche a molti altri, per farli rimanere o ritornare a giocare a Chiusi nella appena iniziata stagione sportiva”.

Già l’argomento sportivo di questa calda estate sportiva chiusina…hai voglia di parlarne? E vero che si è verificata una migrazione di massa ovvero ve ne siete andati te, e cioè il capo allenatore, il tuo collaboratore nonché dirigente accompagnatore Politini, il Capitano Andrea Benicchi, i centrali titolari fratelli Nofroni, Alberto Polloni, ed il primo palleggiatore Giorgio Cateni, verso la squadra dell’Orvieto, militante come il Chiusi nel campionato di serie C? E che ovviamente, dato i pesanti strascichi lasciati ad ogni livello da questa vicenda, che nei Derby che verranno, ne ‘vedremo delle belle’?

“Sono, anzi siamo tutti (quelli sopra nominati) talmente ‘furiosi’ in particolare con alcuni dirigenti che preferisco, in questa sede pensare e parlare solo della palla al bracciale e non di questa penosa vicenda, ma se vorrete ancora darmi ‘un microfono in mano’ sarò ben lieto di rivelare tutti i retroscena che hanno portato la pallavolo di Chiusi a privarsi di coloro che per anni ne sono stati il simbolo. ”

Quando perderà, aggiungiamo noi ‘finalmente’, il Granocchiaio? E’ vero che hai dichiarato che non ti dispiacesse tradire i tuoi colori bianco-verdi, avresti voglia di allenare, in un ipotetico mercato…Capitani, un’altra contrada, in particolare il Sottogrottone?

“Fin tanto che riusciremo a trovare motivazione ed i ragazzi avranno sempre questa voglia di sacrificarsi e questo ‘spirito’ ed attaccamento alla Contrada credo che rimarremo competitivi e quindi sempre tra i favoriti per la vittoria finale. Ma da uomo di sport, ben so che i cicli finiscono a che basta una sconfitta di quelle fragorose per minare in un atleta convinzioni che sono e sembrano ormai consolidate. Quindi, pur sperando il più tardi possibile, ogni anno mi ‘preparo al peggio’, salvo poi, come quest’anno tirar poi fuori il mio sorriso migliore per salutare…lo scampato pericolo… Ti confermo ciò che mi hai chiesto, pensando come per un allenatore, è stimolante ricominciare un ciclo, con dei ragazzi giovani magari appassionati, uniti e pieni di volontà come, appunto, i ragazzi del Sottogrottone. Ma sono altresì convinto che riusciranno lo stesso (tra l’altro li guida il bravo e simpatico Gianni Sonnati che non credo abbia bisogno del mio aiuto), continuando con questa determinazione a raggiungere tra non molto la tanto agognata conquista della Conca. Si, ti confermo comunque che mi piacerebbe…magari in un’altra vita accadrà!”

Grazie Massimo. Ti aspettiamo per parlare di Volley, ok?

“Promesso, grazie a voi.”