I RUZZI DELLA CONCA, IL SINDACO, I TERZIERI E I CHIUSINI…

Prima Pagina – lunedì 26 novembre 2007 – CHIUSI

LETTERA APERTA DEI GIOVANI DEL GRANOCCHIAIO

Comunicato Biancoverde: lettera aperta un po’ a tutti.

Siamo contenti che la nostra lettera aperta al Sindaco abbia provocato una così vivace reazione presso persone legate sia alla festa dei Ruzzi che alle attività dei Terzieri. Lo scopo della nostra “levata di scudi” era in parte quello di provocare un dibattito intorno alla questione dell’impegno del Sindaco e del Comune in generale nei confronti della festa dei Ruzzi della Conca.

In parte però ci aspettavamo anche una risposta del signor Sindaco, e purtroppo l’unico intervento che manca è proprio quello del primo cittadino che non ha risposto e ha praticamente ignorato (pur avendola sicuramente letta) la nostra lettera. Ci rendiamo conto del fatto che i termini e gli accenti usati in quella “missiva” potevano dare fastidio, ma la sostanza del discorso rimane inalterata. Tutto ciò che abbiamo scritto corrisponde a verità, ed il disagio che traspare da quella nostra lettera è reale. Purtroppo è vero che l’impegno del Comune nei confronti dei Ruzzi è scarso, purtroppo è vero che il diritto (e sottolineiamo diritto) ai festeggiamenti goliardici non ci viene riconosciuto, purtroppo è vero che la questione della notte bianca ci ha dimostrato che la nostra festa può essere tranquillamente dimenticata e calpestata. Non vogliamo essere ripetitivi e quindi non ci dilungheremo oltre su questioni già affrontate nella precedente lettera, crediamo però che sia importante fare alcune precisazioni. Nella replica che il presidente della contrada delle Biffe ha voluto portare al nostro intervento, si afferma genericamente che il rapporto tra Contrade e Comune non è mai stato così proficuo come in questi anni. Oltre alle dichiarazioni generiche e di circostanza però, non ci vengono portati esempi concreti che possano esplicitare in che modo il Comune sia più presente all’interno della festa dei Ruzzi. Si parla, per essere sinceri, della presenza di uomini e mezzi per il trasporto dei materiali per l’allestimento del campo di gioco  al campo sportivo. Tralasciando il fatto che questi uomini e mezzi erano nei fatti due operai del comune dotati di “apino”, ciò che vogliamo precisare è che non è questo l’impegno che ci aspettiamo dal comune. Da anni ormai, infatti, il Comitato delle Contrade ha trovato un sistema per gestire l’allestimento del campo di gioco il quale prevede la rotazione delle Contrade che di anno in anno a turno si occupano del trasporto e del montaggio dei materiali e degli attrezzi di gioco. L’impegno del comune dovrebbe essere ben altro: ad esempio perché non c’è verso di avere delle sedi degne di questo nome? O ancora: dove svolgeremo la nostra festa quando il campo sportivo non ci sarà più? Non vogliamo annoiarvi oltre con domande di questo tipo, anche perché crediamo di aver già fatto presente in precedenza quali siano le nostre aspettative nei confronti del Comune. L’ultima beffa in questo senso è però molto recente: il comune  aveva promesso al Comitato delle Contrade un capannone in cui poter riporre materiale vario. “Finalmente qualcosa si muove”, si diceva fra noi. Peccato che nei fatti questo capannone si sia ridotto ad una unica parete di venti metri di lunghezza a cui poter “appoggiare” le nostre cose assieme a quelle dei Terzieri e di chissà quali altre associazioni. La parete in questione, per di più, non sarebbe neppure nostra in via definitiva perché il capannone a cui appartiene pare sia destinato ad autorimessa: il giorno in cui ci dovrà essere parcheggiato un camion in più, dovremo sloggiare. Questa faccenda ha l’amaro sapore di una presa in giro, e verrebbe quasi voglia di andare al capannone a prendere sul serio la nostra fetta di muro, salvo poi riconsegnarla prontamente in caso di necessità! Vogliamo comunque sottolineare il fatto che le nostre critiche non vanno al presidente delle Biffe, né tantomeno alla sua Contrada. Le nostre rimostranze erano dirette al Sindaco e quindi non capiamo perché il presidente delle Biffe si sia sentito in dovere di intervenire. Evidentemente in merito a tali questioni la pensiamo in maniera diversa. In ogni caso, in una situazione come questa, la cosa che più ci preme è mantenere l’unione di intenti con le altre Contrade, al di là di quelle che poi sono le normali contrapposizioni di tifo fra colori diversi. Venendo ora alla replica dei Terzieri, dobbiamo ancora una volta precisare che le nostre rimostranze riguardavano in generale il Comune ed il modo in cui era stata gestita la faccenda della notte bianca. Ci dispiace che i volontari della festa del vino si siano sentiti tirati in causa, perché non era nostra intenzione sminuire il loro impegno nei riguardi della loro festa. Purtroppo resta un fatto che la gestione dei due eventi sia stata disastrosa, al di là del valore intrinseco che alle due manifestazioni può essere attribuito.  A questo proposito, quando  sosteniamo che la Festa dei Ruzzi della Conca è l’unica manifestazione folkloristica del Comune intendiamo dire che le Feste del Vino (o comunque manifestazioni legate alla pubblicizzazione e vendita di un certo prodotto dell’agricoltura o dell’artigianato locale) sono molto diffuse sia nel senese che nel perugino… I Ruzzi della Conca sono invece unici, senza bisogno che nessuno si offenda; semplicemente le cose stanno  così! Manifestazioni folkloristiche dedicate alla palla al bracciale sono, nelle nostre zone, assai rare. Ancora più difficile è trovare sfilate storiche che presentano ambientazioni e costumi dei primi anni del novecento (anzi, forse non esistono proprio).  Ci pare che questa originalità vada riconosciuta e premiata. Passiamo oltre. Nella risposta dei Terzieri ci viene rimproverato il fatto che lo svolgimento della edizione speciale dei Ruzzi della Conca andò a coincidere con la serata (era un sabato ci pare) della festa del vino. La venticinquesima edizione venne a cadere, come costume, ai primi di settembre. Per cause di forza maggiore invece l’edizione speciale coincise col sabato della festa del vino. Una volta in 25 anni ci può stare. Non crediamo tuttavia che tale episodio abbia creato dei danni alla festa del vino, dal momento che quella sera la Festa dei Ruzzi non c’era: noi, contradaioli del Granocchiaio, venimmo a cena in uno dei Terzieri e festeggiammo in mezzo ai loro tavoli la nostra vittoria. Non solo non creammo problemi, ma portammo gente a cena! La sera della notte bianca, come sappiamo, le cose sono andate diversamente.  Per venire alla questione, infine, delle riprese RAI dobbiamo dire che le accuse di immaturità rivolteci dai volontari dei Terzieri non ci toccano affatto. Non sappiamo e non capiamo a cosa e a chi si riferiscono quando dicono del nostro atteggiamento provocatorio (ce l’avranno col Granocchiao solamente, oppure con tutto il Comitato? Perchè poi?). Durante le riprese abbiamo fatto il nostro dovere, durante i momenti di pausa abbiamo squisitamente vagabondato per Chiusi Città. È nei fatti che si dimostra la serietà delle persone, e noi (come contrada del Granocchiaio) la nostra parte in quei due giorni la abbiamo fatta fino in fondo: il sabato siamo venuti a fare da sfondo ai Terzieri impegnati direttamente davanti alle telecamere. Abbiamo fatto il pubblico senza fiatare. La domenica mattina, quando nessuno dei figuranti dei  Terzieri era ancora sveglio, noi e le altre Contrade abbiamo riempito una Piazza altrimenti irrimediabilmente vuota. Solo verso mezzogiorno comparve un po’ di pubblico ma i colori dei Terzieri non si videro lo stesso. Come si vede in questa occasione siamo stati presenti a Chiusi Città anche più dei Terzieri, come spesso siamo stati presenti in passato alle loro iniziative (non è il caso di fare l’elenco perché praticamente ogni anno veniamo a Chiusi Città). Non ci sembra che queste partecipazioni abbiano sminuito le iniziative dei Terzieri. Nei fatti noi il nostro appoggio lo garantiamo sempre, sia come figuranti che come fruitori.

Cordiali Saluti

Giovani Contradaioli Biancoverdi